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martedì 25 novembre 2008

STORIA DEL TANGO - Parte seconda


UN ORIGINE MISTERIOSA


Le ipotesi sulle origini sono molteplici, sovente condizionate da motivazioni nazionalistiche legate alla necessità di riconoscere la danza originaria della propria terra. Gli argentini di Buenos Aires, da parte loro, sostengono con forza la matrice locale di ballo, entrando in rotta di collisione con questa danza nell'area delle zone portuali del rio della plata. Similmente anche l'etmologia del termine "tango" è tutt'altro che chiara. Alcuni fanno risalire a "tangage", che in Normandia, nel sedicesimo secolo significava beccheggio, oscillazione. Altri ancora la riconducono al termine tedesco "tigetangel", che alla fine dell'ottocento indicava i caffè concerto. A Cuba, invece, durante il corteo, veniva usato uno strumento chiamato "tangos". Mentre prima, in Africa, si parlava di "tambo",per riferirsi ad uno strumento a percussione utilizzato durante particolari balli o feste religiose. Per alcuni popoli africani del Sudan, della Guinea e del Congo, il tango era il luogo chiuso o circolo, frequentato dai neri. Tale termine, fu utilizzato anche nei paesi ove era praticata la la tratta degli schiavi, riferendosi alle zone in cui i neri si riunivano per ballare insieme al suono del tamburo. Il musicologo Carlos Vega riteneva, invece, che già nel diciottesimo secolo, esistesse in Messico, una danza che si ballava in coppia, chiamata appunto tango. Esiste, infine, una tesi molto esotica, secondo la quale il tango avrebbe avuto origini in Giappone e sarebbe stato esportato a Cuba.

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