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martedì 25 novembre 2008

STORIA DEL TANGO - Parte terza

       FIGLIO DELL'HABANERA E DEL CANDOMBE


Nella zona meridionale della Spagna, intorno al XV secolo, si ballavano il "tango flamenco" e il "tanguillo" due danze introdotte dai Mori. Per gli evidenti riferimenti sessuali e la forte carica erotica, le autorità spagnole, ne decretarono l'abolizione. Questi generi, arrivarono in America Latina grazie alle migrazioni dei gruppi provenienti dalla Spagna. Queste migrazioni, ebbero come naturale conseguenza il contatto tra il tango falmenco  praticato dai gruppi nomadi, i ritmi indigeni e gli elementi musicali portati dagli schiavi africani. Dalla fusione di questi generi nacque l'Habanera, un ballo caratterizzato da movimenti ondulatori e musiche lente, monotone in cui echeggiavano sonorità orientaleggianti. Questo genere arrivò successivamente in Europoa, dove ebbe un notevole successo, perchè rispondeva alla voglia di esotismo tipica del vecchio mondo. Proprio dall'habanera, Bizet, trasse ispirazione per la sua famosissima opera, la Carmen, in cui veniva eseguita la celebre melodia che riscosse vasta eco negli ambienti della musica sinfonica. Altro elemento per lo sviluppo del tango argentino, fu il contatto con il Candombe, una forma di canto accompagnata dal suono dei tamburi, giunta in America con gli schiavi negri. Con l'abolizione della schiavitù, il candombe si trasformò in danza e caratterizzò le riunioni di questi nuovi uomini liberi. Le autorità osteggiarono queste feste, ritenendole immorali e di turbamento alla quiete pubblica.

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