Erano le undici del mattino del 27 Gennaio, quando il gigantesco A330-200 dell'Aireuropa proveniente da Madrid, ha posato pesantemente le ruote sulla pista dell'aeroporto Pistarini di Buenos Aires
Fuori era estate piena, con i suoi 37 gradi ed un elevato tasso di umidità. Passati i controlli di rito, che in Argentina sono molto meno severi che da noi in Europa, e ritirate le nostre enormi valigie, ci siamo diretti verso l'uscita alla ricerca di un taxi. Trovarli a Buenos Aires, è molto più semplice che entrare in un bar ed ordinare un caffè. Almeno il settanta percento del traffico cittadino è formato da taxi, e nelle ore di punta, le strade si tingono letteralmente di giallo-nero, il loro inconfondibile colore e prenderne uno, costa davvero poco.
All'interno dell'aeroporto, le numerose società che gestiscono il servizio,dispongono di un banco presso il quale rivolgersi . Ed è così che ho fatto anch'io. La corsa per raggiungere il centro, costava 98 pesos l'equivalente di circa 20 euro, cifra abbastanza modica,vista la distanza dalla città, una cinquantina di chilometri. Per pagare la corsa, usai una banconota da 100 pesos, rimasta da un precedente viaggio e posandola sul bancone, immediatamente è scattato il proverbiale "Benvenuto in Argentina" riservato agli ignari turisti appena sbarcati. Infatti, la corpulenta signora addetta al servizio, senza nemmeno degnarla di uno sguardo, ha pensato bene di rifiutare il mio denaro, asserendo che la banconota era falsa. Come può essere? Se l'avevo cambiata in banca,in pieno centro durante il precedente viaggio, replicai io. Intanto, si era avvicinato un altro signore, sicuramente un complice, che prendendo la banconota in mano, pretendeva di verificarne l'autenticità. Certamene lo scopo era quello di distrarmi per sostituirla con un'altra falsa.
Dietro, a poca distanza da me, c'era mia moglie che seguendo la scena e conoscendo bene il vecchio trucco, ha posto fine alla commedia, pagando i 98 pesos della corsa con denaro spiccio, riprendendoci, così, la nostra banconota e mandando in fumo il tentativo di truffa.
Non una parola di più e quaranta minuti dopo, eravamo già davanti al portone del palazzo in Esmeralda, la strada in pieno centro dove avevamo preso in affitto l'appartamento che ci avrebbe ospitato per tre mesi. Così, tanto per non annoiarci, è iniziata la nostra avventura in questa bellissima città da l cuore d'oro, ricca di fascino ma anche di mille insidie e pericoli che si annidano dietro ogni angolo di strada. Devi avere mille occhi e guardarti continuamente le spalle, il rischio di essere aggredito all'improvviso e derubato è altissimo, addirittura in pieno centro tra le migliaia di persone che affollano le strade.
La grave situazione economica che attanaglia il paese, alimenta di giorno in giorno la microcriminalità. Gli scippi e le rapine a danno dei turisti, sono all'ordine de giorno. Purtroppo non c'è protezione, la polizia, è visibilmente numerosa, ma non ha potere, e spesso ha le mani legate. Gli scippatori arrestati, dopo due ore sono nuovamente in libertà. Eppure siamo noi, che spinti dalla passione per il tango, ogni anno , a milioni, da tutto il mondo, ci riversiamo su questa città, contribuendo con le nostre valute pregiate a far girare la precaria ed instabile economia. Alberghi, ristoranti, appartamenti in affitto, milonghe, show di tango, teatri, negozi, centri commerciali, vengono presi d'assalto proprio da noi turisti.
Ma nonostante tutto, Buenos Aires sa farsi perdonare, regalandoti momenti davvero indimenticabili.
Continua.............................












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